Chi fa business sa bene che l’improvvisazione non paga mai, anzi è la causa che porta molti a cadere. Con il franchising le complessità aumentano perché è un modello che si fonda su una relazione che deve costruirsi tra due imprenditori: il franchisor e l’affiliato. Pertanto, bisogna fare le cose bene e con cautela, avendo una visione a 360 gradi degli step necessari per l’avvio di un franchising. Li abbiamo sintetizzati in questo articolo.
Step 1 – Analisi di mercato
Immagina di voler aprire un brand sul sushi, dovrai studiare in quale area della tua città si trovano più punti vendita di cibo giapponese ed etnico, valutare la filiera di approvvigionamento dei prodotti, capire chi sono i principali produttori e, più in generale, analizzare i rischi, come le opportunità. Lo studio del mercato si accompagna a un’attività di benchmark nella quale a passare sotto la tua lente di ingrandimento sono i tuoi competitor dei quali devi comprendere il format, i fornitori di cui si servono, il pricing, l’organizzazione del personale fino ai dettagli della loro proposta di affiliazione.
Step 2 – Creazione business plan
“Le cose buone capitano solo se sono state pianificate , le cose cattive capitano da sé”, è una frase molto significativa di Philip Crosby. Il documento della pianificazione in un progetto di franchising è il business plan. Cosa contiene? Innanzitutto, numeri, ovvero le proiezioni sulle entrare e le uscite del tuo progetto di business. Presenta poi dati reali sulle dinamiche del mercato che nascono da ricerche e statistiche. Altri elementi che fanno parte di un business plan sono la descrizione dei soci e l’analisi della compagine sociale e un testo che spieghi cos’è l’attività nei dettagli. Un business plan ben fatto diventa un magnete che attrae potenziali franchisee e investitori.
Step 3 – Registrazione del marchio
Il marchio in un progetto di franchising è come il carburante per un’auto. Possiamo parlare di franchising solo se c’è un marchio registrato. Per farlo devi recarti o alla Camera di Commercio di appartenenza oppure presso UIBM. Se invece ambisci a tutelare il tuo marchio anche a livello comunitario, devi rivolgerti all’Ufficio Unione Europea per la proprietà intellettuale, detto EUIPO. In genere, tra il deposito del marchio e la sua registrazione c’è un tempo di attesa di circa 90 giorni.
Step 4 – Redazione di un contratto
Meglio stabilire prima dei patti chiari, che poi essere costretti dopo a mettere toppe e a porre rimedi. La redazione di un buon contratto di franchising, con tutti i crismi del caso, serve a evitare di imbattersi in problemi legali e di finire nelle aule dei tribunali. Il contratto di franchising ha in sé molti punti di criticità proprio per la sua natura: deve regolare le relazioni tra un franchisee, un imprenditore che cede parte della sua autonomia, e un franchisor che si impegna a condividere segreti con un affiliato che potrebbe, in potenza, diventare un suo competitor.
Step 5 – Trasmissione del know how e creazione del manuale operativo
Know how è una parola che simboleggia cuore e anima di un progetto di franchising. Possiamo definirlo come il bagaglio di conoscenze, competenze, abilità, esperienze, che il franchisor mette a disposizione del franchisee per convincerlo a far parte della sua rete. Il know how si trasferisce tramite un’attività di formazione a cui il franchisor è tenuto da contratto. E prima dell’inizio delle attività, il know how è comunicato al franchisee tramite un documento che ha un ruolo centrale in una rete di franchising. Stiamo parlando del manuale operativo che racconta nei dettagli il progetto di franchising, per favorirne la standardizzazione e la replicabilità.
Step 6 – Elaborazione del piano marketing e gestione dei potenziali affiliati
Sai cosa sono i driver? Sono le leve alle quali devi affidarti per attirare, con le tue attività di marketing, affiliati nella tua rete. Facciamo qualche esempio. Se sei un brand già affermato, la tua comunicazione dovrà evidenziare alcuni tuoi punti di forza come la logistica strutturata, la produzione diretta della materia prima, o ancora una minore esposizione alla concorrenza. Al contrario, se sei un brand meno noto, puoi puntare su alcuni numeri sensibili, come un buon margine operativo, oppure una bassa incidenza dei costi diretti. Una volta stabiliti i tuoi driver, devi creare il tuo piano di marketing nella forma del funnel, ovvero di un percorso di avvicinamento del tuo potenziale affiliato nel quale metterai online delle esche (guide gratuite, video, blog, materiale formativo e informativo ecc.) con il quale catturare il potenziale affiliato per poi farlo contattare da un tuo commerciale che deve avviare la negoziazione, preparandosi al meglio.
Vuoi approfondire questo argomento? Leggi il libro Let’s Franchise (che trovi qui).