Domande comuni e risposte sull'olio CBD

Fino a pochi anni sentire la parola CBD era praticamente impossibile. Nessuno o pochissimi conosceva il significato di questa parola.

In Italia la storia del CBD è infatti recentissima ed è diventata di conoscenza comune solamente a seguito della Legge 242 del Dicembre 2016, quando finalmente il parlamento italiano ha dato voce ad un’esigenza sempre più forte e inarrestabile, la normalizzazione della pianta della canapa.

Storicamente la penisola italiana è stata una grande produttrice di canapa nel corso dei secoli, tuttavia negli ultimi decenni a seguito di una campagna diffamatoria e proibizionistica, la coltivazione della pianta è stata di fatto vietata in tutto il mondo o quasi.

Questo era dovuto dalla presenza del THC, la molecola psicotropa contenuta nei fiori di canapa che provoca effetti attivi sulla mente umana come sballo e alterazione delle sensazioni, tachicardia ed altri effetti minori.

Tuttavia, il THC è solo uno dei componenti delle infiorescenze di canapa e grazie alla tecnica e alla selezione dei coltivatori, è oggi possibile ridurre il contenuto naturale di THC e promuovere gli altri componenti benefici.

Da sottolineare che il THC ha anche tanti effetti benefici utilizzati nella cannabis terapeutica che aiuta milioni di malati a livello mondiale.

Finalmente, dopo migliaia di ricerche ed evidenze scientifiche, campagne di informazione e sensibilizzazione, la canapa oggi sta riprendendo la giusta posizione nella storia.

Che cos’è l’olio CBD

L’olio CBD che tanti acquistano e utilizzano è un olio vegetale contenente CBD e altri cannabinoidi.

Quando alcune persone sentono la parola “CBD”, le loro menti saltano immediatamente alla marijuana illegale.

E nonostante ci sia una connessione, questa non è così immediata come sembra.

Sia la marijuana illegale sia la canapa legale oggi in Italia sono di fatto la stessa specie di pianta, tuttavia quello che fa la differenza è la selezione genetica e il contenuto dei principi attivi.

La pianta della canapa è formata come tutte le piante da fusto, foglie e fiori. Se fusto e foglie non contengono particolari sostanze e infatti sono utilizzate in altri settori come la bio edilizia, i fiori contengono i fitocannabinoidi, sostanze capaci di interagire con il sistema di recettori presente nel corpo umano.

Le piante di cannabis contengono centinaia di questi composti naturali, ma i più abbondanti e importanti sono due: il cannabidiolo (CBD) e il tetraidrocannabinolo (THC).

CBD e THC sono entrambi cannabinoidi, ma hanno effetti diversi sul corpo. Soprattutto, il THC ha effetti psicoattivi e il CBD no, motivo per cui il CBD non ti fa sballare.

Marijuana e canapa contengono ciascuno entrambi i composti ma in rapporti diversi.

La canapa ha livelli molto più bassi di THC e quantità maggiori di CBD, motivo per cui viene spesso utilizzata per i prodotti CBD. La marijuana, d’altra parte, ha molto più THC.

In Italia ad essere ancora illegale è il THC, ma il CBD non avendo effetti di fatto è una molecola legale.

Perché assumere olio CBD

Se abbiamo vissuto per decenni senza olio CBD, perché dovremmo assumerlo?

Questa è certamente una domanda legittima a cui è molto facile rispondere: dovremmo assumere olio CBD perché fa bene al nostro organismo e non ha effetti collaterali importanti.

Il CBD è infatti capace di interagire con il sistema endocannabinoide (SEC), una rete di recettori presenti internamente e sulla superficie di tanti organi vitali e no come cuore, intestino, fegato, reni e tanti altri ancora.

Il CBD regola la presenza e l’attività di recettori, ne modula il loro lavoro e il livello di fatto influenzando importanti funzioni nel corpo.

In situazioni normali, il SEC lavora grazie alla modulazione degli endocannabinoidi, molecole naturalmente prodotte dall’organismo. Queste in condizioni di stress e patologia però potrebbero diminuire la loro attività. Il CBD assunto con l’olio è capace di svolgere le stesse attività in maniera del tutto naturale rimettendo in equilibrio questo importante sistema di regolazione interna.

Ed è proprio grazie a queste capacità che l’assunzione di CBD è capace di aiutare in tante patologie acute e croniche.

La ricerca medica scientifica ha infatti dimostrato come una regolare assunzione di CBD possa contribuire alla lotta contro insonnia, ansia, stress, dolore cronico e altre patologie molto serie come convulsioni dovute alle più svariate cause.

Alcune ricerche hanno collegato il CBD a diversi benefici per la salute del cuore e il sistema circolatorio, inclusa la capacità di abbassare la pressione alta.

L’ipertensione è collegata a rischi più elevati di una serie di condizioni di salute, tra cui ictus, infarto e sindrome metabolica.

Gli studi indicano che il CBD può essere benefico per le persone con pressione alta.

In un piccolo studio, 9 uomini sani sono stati trattati con 600 mg di olio di CBD. Il trattamento con CBD ha ridotto la pressione sanguigna a riposo rispetto a un placebo

Un aspetto da tenere in considerazione è quello della durata del trattamento.

Tutte le ricerche degli ultimi decenni hanno preso in considerazione assunzioni regolari e costanti nel tempo.

Molti nuovi pazienti che si approcciano alla molecola di CBD si aspettano risultati immediati dopo una o due applicazioni. E’ chiaro che questo non può avvenire perché per agire e apportare benefici serve tempo, costanza e serietà nell’assunzione.

Lo studio più breve ha preso in considerazione una tempistica di minimo 4 settimane con dosi studiate appositamente.

Alcuni studi sono arrivati addirittura anche ai 2 anni di assunzione regolare.

Uno degli errori più comuni è proprio lo sbaglio nella durata del trattamento. Molte persone dopo le prime applicazioni perdono subito la fiducia e smettono, dimenticando gli effetti di una terapia solamente a seguito di un trattamento costante e serio.

Il CBD non è un miracolo che avviene per caso o magia, ma una molecola capace di aiutare in molti casi, ma bisogna dargli il tempo di agire come deve.

Stesso discorso per il dosaggio, non è facile e immediato trovare la giusta dose perché non esiste una dose standard valida per tutti.

Serve pazienza e metodo, iniziare con una dose minima consigliata di 20 mg al giorno e poi aumentare gradualmente di 5 mg a settimana fino a trovare la dose adatta alla propria condizione patologica.

Se vuoi approfondire e migliorare la tua conoscenza sul CBD, ti consigliamo la lettura di questa enciclopedia completa sul CBD.