Un lifting del seno è proprio quello che ci vuole quando il nostro décolleté perde tonicità e forma! Si tratta infatti di un intervento indicato per ottenere un seno nuovamente alto e bello e soprattutto “al suo posto”.
La procedura anche definita mastopessi è ideale in particolare dopo una gravidanza, l’allattamento, una perdita di peso o per un naturale processo di invecchiamento della pelle e, più in generale, dei tessuti mammari. L’operazione consente di sollevare, rimodellare e riposizionare il seno.
Insomma il lifting è proprio quello che serve per tornare in forma ma non tutte le donne sono ben convinte di ricorrere all’operazione, soprattutto se ci si sofferma sulla questione allattamento.
Facciamo perciò un po’ di chiarezza!
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LA TECNICA DELL’INTERVENTO FA LA DIFFERENZA
Vorrei ma…ogni volta la stessa frase. La paura di perdere una funzione come quella dell’’allattamento scegliendo di dare priorità alla bellezza del proprio seno è sempre dietro l’angolo. Molte donne sono infatti convinte che la mastopessi possa mettere seriamente a rischio uno dei momenti più preziosi e grande per una mamma dopo la gravidanza.
In realtà nella quasi totalità dei casi, l’intervento di mastopessi consente di preservare la funzione dell’allattamento: come? Tutta una questione di tecnica!
In particolare ricorrendo a procedure poco invasive, è possibile evitare la recisione dei dotti golattofori addetti all’allattamento.
Più precisamente, un buon chirurgo preserva questa funzionalità nei casi di seni caratterizzati da una ridotta lassità mammaria. Per correggerli infatti si si esegue solo un’incisione in prossimità dell’areola tramite la quale si procede alla rimozione di una porzione di tessuto cutaneo in eccesso.
Anche quando il seno si presenta caratterizzato da una moderata perdita di tonicità, è possibile evitare la recisione dei dotti galattofori in quanto la correzione si esegue con un’incisione peri-areolare, seguita da una in verticale fino al solco sotto-mammario.
Purtroppo però ogni seno ha una sua conformità ed esistono tanti gradi di ptosi; perciò in casi più complessi per quali è necessario asportare totalmente il complesso areola-capezzolo per ricollocarlo nella sua sede corretta, il rischio di non poter più allattare è altissimo.
VENGONO UTILIZZATE PROTESI MAMMARIE?
Conosciamo le protesi come l’elemento chiave della mastoplastica additiva, l’intervento di chirurgia mammaria per aumentare il volume del seno. Ma sapevate che anche la mastopessi può richiederne l’utilizzo? Ma attenzione, diversamente dalla tecnica chirurgica, protesi e allattamento non sono in contrasto tra loro, indipendentemente dalla loro forma e dalla loro grandezza.
L’utilizzo infatti di un impianto mammario per il lifting del seno non rappresenta in alcun modo un problema per i dotti galattofori. Le protesi sono infatti alloggiate in sede sotto-muscolare, retro-ghiandolare, o in posizione dual plane (in parte retro-ghiandolare e in parte sotto-muscolare) e pertanto non è costituiscono in alcun caso un elemento di disturbo. Il loro posizionamento non richiede perciò l’incisioni dei dotti galattofori.
L’obiettivo infatti della mastopessi eseguita con protesi è esclusivamente di ottimizzare il risultato finale del seno migliorando forma e proiezione del seno in presenza di una scarsa quantità di tessuto ghiandolare o adiposo.
L’IMPORTANZA DELLA VISITA PRE – OPERATORIA
Per questo e altri motivi, la prima visita ha un importante funzione sia per la paziente che per il chirurgo. Quest’ultimo infatti, oltre ad eseguire una accurata anamnesi della paziente, dovrà informarla di tutti gli eventuali rischi dell’intervento di mastopessi, comunicandole, nel caso, le possibilità di perdere la funzione dell’allattamento in presenza di una ptosi mammaria grave.
La scelta in questo modo sarà ponderata. La paziente al termine della prima visita disponendo di tutte le dovute informazione e risposte ad ogni suo dubbio, potrà valutare accuratamente se procedere o meno con l’intervento.