Sono tre miliardi le tazzine di caffè consumate ogni anno in Italia. A riportarlo fu Repubblica in un articolo del 2020 in cui veniva chiarita perfino l’importanza dell’indotto che il nostro amato espresso è in grado di generare.
Numeri da urlo, quelli riportati dal noto quotidiano, che dimostrano quanto questo antico rito sia di fatto espressione di una società che, perfino durante il periodo di maggiori restrizioni dovute al Covid, non ha mai smesso di rispettare questa tradizione.
Come leggiamo tra le colonne del quotidiano online, la filiera del caffè, nel Bel Paese, ha un valore di circa 5 miliardi di euro, per un totale di quasi 10 mila addetti. Si tratta perciò di un vero e proprio indotto lavorativo ed economico che piazza l’Italia proprio al primo posto, raggiungendo diversi segmenti, perfino quello delle attrezzature professionali. Secondo i dati dell’Istituto Espresso Italiano, diffusi da Repubblica nel già citato articolo, il valore produttivo generato sarebbe pari a circa 500 milioni di euro, per un totale di 800 torrefazioni con circa 7000 addetti.
Ma, numeri a parte, cos’è che a noi Italiani piace così tanto del caffè?
A differenza degli Americani, che consumano spesso le loro tazze di caffè in grossi thermos, mentre sono alla guida o si muovono per la città, noi Italiani, preferiamo sorseggiare questa scura bevanda nel salotto di casa, al tavolo della cucina, al banco del bar prendendoci tutto il tempo necessario. Il caffè, di fatto, non è solo una bevanda, è un rito quotidiano.
Il caffè, lo sappiamo bene, è un buongiorno pieno di speranza, una chiacchierata con un collega, il fine pranzo prima di tornare al lavoro, uno scambio di battute al pomeriggio o una ricarica per una lunga notte. E allora, vista l’importanza dell’espresso nelle nostre vite, non ci resta che chiedersi: come prepararne un o perfetto.
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Come preparare un espresso perfetto
Innanzitutto è necessario fare una premessa: per un buon caffè non è necessaria una macchina a cialde o capsule, o, ancora, una macchina da bar. Quello che conta, però, sicuramente è scegliere un buon caffè.
La materia prima, infatti, può sicuramente fare la differenza. Non solo per le proprietà organolettiche, ma anche per tutta una serie di questioni etiche che possono essere così riassunte. Basta fare una rapida ricerca su Google per scoprire che molti dei caffè che acquistiamo al supermercato sono frutto di produzioni intensive che non sono né sostenibili per l’ambiente né per i coltivatori, spesso sfruttati allo sfinimento, non regolarizzati e condannati a un caporalato che sembra venire direttamente dai secoli dello schiavismo.
Assicurati perciò di scegliere un caffè che venga prodotto nel rispetto della terra e delle persone!
In chicchi o in polvere?
Questa è una delle domande più frequenti. Secondo tutte le fonti controllate però, la risposta sembrerebbe unica: il caffè in grani conserva meglio l’aroma e permette di preservare l’autenticità della miscela selezionata. Al contrario, il caffè in polvere rischierebbe di perdere alcune peculiarità, restituendo un sapore piatto e poco differenziato.
A pensarci bene, d’altronde, che tu serva il caffè nella tua pizzeria, nel bar o nel tuo ristorante, o che ne faccia un consumo personale, alla fine quello che ti serve è solo un macinino.
Il mercato è pieno di prodotti per tutte le tasche, ma, oggiorno, perfino i macinacaffè professionali sono abbordabili. E, tra l’altro, garantiscono una resa migliore nel tempo, a differenza di tutti quei prodotti da negozio di elettronica che rischiano di macinare male il caffè o di rompersi con estrema frequenza, vista la scarsa qualità delle lame e la ridotta potenza dei motori.
Superato il problema della macinatura, non ti resta che avere una moka o una macchina espresso alla quale aggiungere la polvere di caffè appena macinata, pressarla e lasciare che l’acqua bollente faccia la sua magia.
Il caffè è un vero e proprio momento per noi stessi. Perché rovinarselo?